L'influsso del naturalismo
Verga, nella convinzione che il romanzo moderno dovesse rappresentare tutta la società, accettò le linee generali del naturalismo, descrivendo accuratamente l'ambiente e il momento storico, indispensabili alla spiegazione della psicologia dei personaggi, che immise direttamente nell'azione lasciando che il loro carattere si svelasse attraverso il loro comportamento.
Verga, nella convinzione che il romanzo moderno dovesse rappresentare tutta la società, accettò le linee generali del naturalismo, descrivendo accuratamente l'ambiente e il momento storico, indispensabili alla spiegazione della psicologia dei personaggi, che immise direttamente nell'azione lasciando che il loro carattere si svelasse attraverso il loro comportamento.
La tecnica dell'impersonalità
Egli, inoltre, insistette in modo particolare sull'impersonalità narrativa, affermando che lo scrittore deve restare assolutamente invisibile, e il romanzo deve avere l'impronta dell'avvenimento reale, e l'opera d'arte deve apparire un fatto naturale, senza serbare alcun punto di contatto con la personalità dell'autore.
Nelle opere del Verga il narratore è calato nella vicenda per mentalità, linguaggio, cultura, canoni di giudizio, valori etici, consuetudini e si rivolge, apparentemente, ad ascoltatori appartenenti a quella stessa società.
Nella prefazione a "L'amante di Gramigna", Verga sostenne che oggetto del romanzo devono essere i fatti veri, e quindi degni di analisi scientifica, ma che la letteratura non è solo questo.
Il romanzo deve infatti basarsi sull'obbiettività ed è da considerarsi riuscito quando ha la naturalezza della realtà e l'autore dimostra di essere al di fuori della vicenda che narra.
La lingua
Verga, anche nella lingua, perseguì un'aderenza assai rigorosa ai personaggi e all'ambiente utilizzando il discorso indiretto libero che rendeva bene la tecnica dello straniamento che l'autore usava.
Il discorso indiretto libero
La narrazione è dominata da una prosa "parlata", intessuta di dialoghi, apparentemente incolore, nella quale si avverte la cadenza dialettale e che fa uso del discorso indiretto libero.
L'uso dei proverbi
L'uso del proverbio, con la sua suggestione di saggezza arcaica, ha la funzione di evocare un mondo mitico ormai morente, edificato e cristallizzato al di là del tempo, ricco di valori e tradizioni, ma anche di pregiudizi e meschinità.
Alla stessa finalità risponde la concatenazione di periodi e capitoli mediante la ripetizione di un termine o di un'espressione, oppure certe formule che individuano i caratteri salienti di un personaggio e che sono espressione di luoghi comuni, fortemente radicati nella mentalità popolare.
La soluzione linguistica
La soluzione linguistica fu originale, infatti, la lingua era, per i veristi italiani, il problema più grave perché avevano intorno a sé una società più regionale che nazionale, e una lingua nazionale solo a livello letterario.
Giovanni Verga fu il solo, dei veristi, ad avere il coraggio di adottare una soluzione radicale: non una lingua parlata, che non c'era; non il dialetto, che avrebbe costretto il libro in un ambito regionale, bensì una lingua italiana ma intessuta di espressioni e vocaboli dialettali, adatta a caratterizzare i personaggi ed a nascondere l'autore.
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